Meglio scegliere investimenti a basso rischio per tutelare i risparmi

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Come sappiamo il mercato offre numerose forme di investimento. Non tutti però investono la speranza di ottenere grandi profitti. Molte persone scelgono investimenti a basso rischio dove mettere i pochi risparmi di un vita e che sperano possano, anche se di poco fruttare. Questo è proprio il caso di investitori di medio livello cioè che non possono permettersi di perdere denaro.

Questi investitori sono ovviamente timorosi di veder sfumare i soldi guadagnati con tanta fatica.
Oggi tra gli investimenti con il minor rischio ci sono i conti deposito.

Il conto deposito è un investimento o un prodotto finanziario molto simile al tradizionale conto corrente tuttavia offre un tasso maggiore e il rischio di perdita è basso quanto è basso il rischio di un conto corrente.

Il capitale investito in un conto deposito è quasi sempre protetto dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Questo fondo tutela gli investitori nel caso in cui la banca fallisca o non sia in grado di restituire i soldi ai propri clienti. Il Fondo Interbancario copre la banca fino a 100.000 euro ad investitore.

Nel caso un investitore abbia due conti correnti in due banche distinte e queste aderiscano al fondo, l’investitore è coperto fino ad un massimo di 200.000 euro totale.
Per questo consigliamo di avere più conti in più banca in modo da tutelare noi e la nostra famiglia in caso di fallimento di una banca.
Quello di avere conti in banche diverse è necessario per avere una copertura del rischio maggiore.

Se infatti, il cliente ha più conti correnti e più conti deposito presso la stessa banca, purtroppo potrà avvalersi di una garanzia di soli 100.000 euro. La garanzia è legata alla persona che investe in quella banca e non al possesso di conti. Pertanto se si hanno somme da investire superiori ai 100.000 euro è importante aprire più di un conto deposito su banche differenti in modo da essere coperti senza alcun problema.

Non tutte le banche aderiscono al Fondo Interbancario e per questo consigliamo di informarsi in anticipo per non incorrere a brutte sorprese in futuro.
Non tutte le banche fanno parte del fondo, quindi attenzione, anche perché si sono molte banche straniere che operano sul territorio italiano con portali online o comunque secondo la normativa del paese di origine.

Nel caso di inottemperanza della banca, il Fondo interviene e salda in tempi molto brevi ed inferiori al mese lavorativo.

Per avere una maggiore garanzia di non perdere i propri soldi, consigliamo di effettuare una ricerca sulla solidità patrimoniale delle banche. Il risultato della solidità è determinato dalla relazione tra il valore patrimoniale e le scelte di investimento relazionate al loro rischio.

Ad oggi uno dei migliori investimenti in cui puoi investire i tuoi risparmi è proprio il conto deposito perché non ha spese, è un investimento a breve termine è molto tutelato da varie garanzie.

Il mercato crede nel rilancio di Popolare Vicenza, collocati 1,25 miliardi di bond garantiti dallo Stato

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L’istituto controllato dal fondo Atlante ha concluso negli ultimi giorni il collocamento presso investitori istituzionali dell’obbligazione emessa il 3 febbraio per un importo di 1,25 miliardi di euro. Un passo importante in quanto è la prima operazione effettuata in Italia per bond garantiti dallo Stato.

In avvio del collocamento si puntava prudentemente solo a un miliardo, poi l’interesse del mercato (richieste oltre i 2,2 miliardi di euro), ha portato ad ampliare l’offerta gestita da Banca Imi e Morgan Stanley consentendo di fissare lo spread finale a più 58 punti base sopra il rendimento del Btp di analoga durata, in diminuzione rispetto ad un obiettivo iniziale di + 65 punti base sul Btp con scadenza 2020.

Secondo l’agenzia Reuters il titolo è stato collocato al prezzo di 98,691 e la cedola è dello 0,5% annuale lordo. Inoltre il titolo gode di un rating allineato a quello della Repubblica Italiana.

Dal comunicato di Popolare Vicenza si legge:

“Il forte interesse è testimoniato, altresì, dal numero di investitori coinvolti nell’operazione anche alla luce del fatto che trattasi della prima operazione pubblica conclusa da una banca italiana relativamente al collocamento di titoli che beneficiano della garanzia statale”

A breve non paiono fissate nuovi collocamenti per BpVi, e avverte che:

“La parte restante dell’obbligazione con garanzia statale di 1,75 miliardi di euro è attualmente utilizzata come collaterale in operazioni di finanziamento. I fondi rivenienti da tali operazioni contribuiranno a diversificare le fonti di approvvigionamento del gruppo ed a stabilizzare nel medio lungo termine la gestione della liquidità”

Ora il mercato attende un’operazione simile anche da parte di Veneto Banca, istituto che è in predicato di fondersi con Popolare Vicenza e che a inizio di febbraio ha collocato 3,5 miliardi di bond garantiti dallo stato in due tranche da 1,75 miliardi con scadenza febbraio 2019 e cedola allo 0,4% e con scadenza l’anno successivo e cedola 0,5%. Una operazione per adesso ferma, in quando Montebelluna, l’azionista quasi totalitario di BpVi, il fondo Atlante – utilizza per ora i bond come collaterale a garanzia di operazioni di finanziamento.

All’ordine del giorno del cda di Vicenza dovrebbe esserci lo stato di avanzamento dell’offerta di transazione a 9 euro per azione per i vecchi soci che hanno subito il crollo da 62,5 euro a 10 centesimi. Le Fondazioni come Prato e Roi potrebbero aderire, al momento pare che si sia raggiunto circa un terzo delle adesioni previste. L’obiettivo è arrivare a quota 94mila entro il 22 marzo.

Ora è compito di Veneto Banca a fare il punto della situazione e a procedere con le analisi sullo scorporo di Bim, società quotata in Borsa che mesi fa era valutata intorno ai 200-250 milioni e che nel 2016 ha segnato perdite per 90 milioni.

Sul fronte delle dismissioni sembra congelata per ora la vendita del centro informatico e contabile di Padova Sec Servizi, controllato dalla due ex Popolari venete che doveva essere ceduto entro fine gennaio scorso. Ieri è stato rinnovato fino a fine anno il contratto integrativo per i circa 300 addetti.
Evidentemente anche su questo punto si attende il risultato dell’offerta di transazione, fattore decisivo per definire l’aumento di capitale miliardario che dovrebbe portare all’entrata dello Stato.

Sulle prossime mosse se ne saprà di più entro una decina di giorni, quando il piano dall’Ad Fabrizio Viola avrà passato il vaglio della Bce.